Cos’è la coxartrosi e come si cura?

Cos’è la coxartrosi e come si cura?

13 Aprile 2022 Off di Unindovinocidisse

La coxartrosi, meglio nota come artrosi all’anca, è una condizione abbastanza comune dopo i sessant’anni. La cartilagine dell’anca infatti, con il passare degli anni tende a deteriorarsi. L’età però non è l’unico fattore di rischio. Per esempio oggi si nota come compaia spesso anche tra i più giovani (leggi come prevenirla) a causa di traumi dell’articolazione o attività sportive piuttosto intense.

Si tratta di una malattia di tipo degenerativo, perciò all’inizio i sintomi sono lievi e tendono a essere trascurati. Con il passare degli anni invece viene limitata seriamente la deambulazione. Ne esistono due forme principali. C’è quella idiopatica che è tipica dell’avanzare dell’età e quella secondaria causata da malformazioni congenite, traumi, patologie adolescenziali e impatti per le articolazioni nel lungo periodo.

Sintomi della coxartrosi

La coxartrosi si manifesta inizialmente con un dolore all’altezza dell’inguine, il quale poi si irradia nella zona anteriore e quella interna della coscia. In alcuni casi può arrivare anche a estendersi fino al ginocchio, però scompare nel momento di riposo. Successivamente si manifesta anche di notte quando si dorme.

Altri sintomi che possono manifestarsi con la coxartosi sono il mal di schiena, la difficoltà a camminare e un’instabilità nel movimento, come se la gamba possa cedere da un momento all’altro. Nelle prime due fasi il dolore all’anca si avverte soprattutto durante il carico, cioè scendendo e salendo dalle scale, oppure abbassandosi per allacciarsi le scarpe, quando si accavallano le gambe o nel momento in cui ci si alza dalla sedia.

Si tratta di semplicissime azioni quotidiane, per questo motivo il dolore non andrebbe sottovalutato. Una diagnosi precoce inoltre permette di procedere con terapie non invasive e allontanare sempre di più il momento in cui potrebbe essere necessario inserire una protesi dell’anca.

Cause

Secondo le statistiche vengono diagnosticati all’anno 470 nuovi casi di artrosi all’anca ogni 100.000 persone. Il rischio maggiore sembra però essere rivolto alle donne. Esistono anche altri fattori di rischio che provocano un’artrosi precoce. Tra questi ci sono l’obesità, alcune malattie immuno-reumatologiche o una predisposizione anatomica individuale.

Abbiamo accennato nell’introduzione che esistono due tipi differenti di artrosi all’anca, le quali si differenziano tra loro per via delle cause scatenanti. La forma più comune è dovuta dall’avanzare dell’età. Si parla perciò di coxartrosi idiopatica. Altrimenti può essere provocata da patologie e malformazioni congenite e traumi, in questo caso non conta l’età.

Cure

Le terapie per coxartrosi sono diverse in base allo stadio della malattia stessa. Nel caso dell’artrosi all’anca lieve o moderata le infiltrazioni eco-guidate, altre terapie farmacologiche oppure i percorsi fisioterapici possono essere sufficienti. Quando invece si parla di coxartrosi grave, cioè quando la cartilagine è del tutto deteriorata, ecco che la soluzione migliore è l’impianto di protesi d’anca.

Fans ed esercizi

Molte persone riescono a ottenere buoni risultati grazie alla combinazione tra la terapia farmacologica e la fisioterapia. Riescono a controllare il dolore efficacemente e rinforzare così i muscoli supportando meglio l’articolazione dell’anca. Gli antinfiammatori non steroidei tengono sotto controllo il dolore e un esercizio fisico regolare aiuta a gestire la coxartrosi, oltre ad esercizi specifici per stabilizzare l’articolazione. Vanno bene per esempio 15 minuti di passeggiata al giorno oppure 15 minuti di bicicletta.

Infiltrazioni eco-guidate per risolvere il problema

Per l’artrosi dell’anca lieve o moderata le infiltrazioni eco-guidate possono aiutare a ridurre significativamente il dolore, migliorando il movimento dell’articolazione. Viene consigliata anche a pazienti in fase avanzata quando non è possibile procedere con l’intervento per altri motivi.

Di solito l’anca è difficile da raggiungere per via della sua vicinanza con vasi e nervi, con l’ecografo però l’ago può essere guidato raggiungendo in modo esatto questa articolazione profonda inserendo farmaci come acido ialuronico, cortisone o PRP. Si tratta di un intervento poco doloroso e dura non più di dieci minuti, clicca qui per saperne di più, i sintomi successivi però possono dar noia, ecco perché il medico suggerisce nel caso di assumere antidolorifici.

Protesi all’anca, come funziona l’intervento

La protesi all’anca consente di recuperare pienamente l’uso dell’anca. Si tratta di una tecnica microinvasiva considerata ormai di routine con circa il 90% degli impianti dopo vent’anni ancora integri. Viene installato un impianto su misura preparato prima dell’intervento tenendo in considerazione l’età del paziente e l’anatomia del femore.

Lo scopo non è solo quello di ottenere una piena ripresa e una lunga durata della protesi, ma anche una ripresa il più rapida possibile per tornare alla normalità. Si tratta di protesi dalle dimensioni ridotte che non infastidiscono in nessun modo i muscoli e i tendini. La qualità dei materiali inoltre è elevata, sono compatibili anche con i soggetti allergici e i tempi di recupero sono brevi, all’incirca nel giro di un mese è possibile riprendere a pieno le proprie attività.