Placca: quella dentaria è dannosa alle gengive?

Placca: quella dentaria è dannosa alle gengive?

5 Novembre 2025 Off di Unindovinocidisse

La salute gengivale è un indicatore essenziale del benessere orale generale. Quando parliamo di “quella dentaria” — comunemente chiamata placca dentale — ci riferiamo a una sottile pellicola batterica che, se trascurata, può rappresentare la principale causa di disturbi gengivali e parodontali.

La domanda che molti si pongono è legittima: la placca è davvero dannosa per le gengive? La risposta della comunità scientifica è chiara. La placca, quando non rimossa regolarmente, diventa un concentrato di microrganismi patogeni in grado di innescare processi infiammatori, retrazioni e perdita di supporto dentale.

La prevenzione e la consapevolezza diventano quindi strumenti indispensabili per difendere la salute gengivale e mantenere un equilibrio orale duraturo.

Che cos’è la placca dentale e perché è dannosa per le gengive

La placca è un nemico silenzioso: invisibile nelle prime fasi, ma capace di causare conseguenze importanti se trascurata. Comprendere la sua natura e i meccanismi di formazione è il primo passo per evitarne gli effetti dannosi.

Definizione e composizione della placca

La placca dentale è un biofilm composto da batteri, proteine salivari e residui alimentari che aderiscono alle superfici dentali. Si forma in poche ore dopo l’igiene orale e si sviluppa rapidamente se non rimossa. I batteri più comuni coinvolti sono Streptococcus mutans e Porphyromonas gingivalis, capaci di trasformare gli zuccheri in acidi e di produrre sostanze tossiche per i tessuti gengivali. Quando il biofilm matura, la sua densità microbica può superare i 100 milioni di cellule per milligrammo, creando un microambiente aggressivo per le gengive.

Dove si accumula e perché (margine gengivale, interdentale)

Le zone di accumulo più frequenti sono il margine gengivale e gli spazi interdentali, aree difficili da pulire con lo spazzolino tradizionale. La forma naturale dei denti e l’irregolarità delle superfici creano nicchie ideali per la proliferazione batterica.

La placca tende ad annidarsi anche attorno a restauri dentali, corone, ponti o apparecchi ortodontici, dove la ritenzione meccanica ostacola l’igiene quotidiana. Con il tempo, l’accumulo cronico determina irritazione gengivale e danni strutturali.

Differenza tra placca e tartaro

È essenziale distinguere tra placca e tartaro. La placca è morbida e rimovibile, mentre il tartaro (calcolo dentale) è il risultato della sua mineralizzazione per effetto dei sali contenuti nella saliva. Il tartaro si presenta come una superficie ruvida e porosa che favorisce un’adesione ancora maggiore dei batteri, peggiorando l’irritazione gengivale. Solo la rimozione professionale (detartrasi) può eliminarlo efficacemente.

Meccanismi di danno alle gengive

Le gengive sono costantemente esposte alle tossine prodotte dai batteri della placca. Il danno si manifesta in più fasi, da un’irritazione reversibile a una distruzione irreversibile dei tessuti di sostegno.

Come i batteri e le tossine irritano il tessuto gengivale

I microrganismi presenti nella placca rilasciano enzimi proteolitici e lipopolisaccaridi che penetrano nel tessuto gengivale, stimolando una risposta infiammatoria. Il sistema immunitario reagisce aumentando l’afflusso di sangue, provocando arrossamento e gonfiore. Le tossine batteriche compromettono l’adesione tra gengiva e dente, favorendo la formazione di tasche dove i batteri possono proliferare indisturbati.

Infiammazione (gengivite) e suo sviluppo

La gengivite rappresenta il primo stadio dell’infiammazione gengivale. Si manifesta con sanguinamento, gonfiore e dolore leggero durante la pulizia orale. In questa fase, il danno è ancora reversibile con una corretta igiene e la rimozione della placca. Se trascurata, la gengivite evolve in parodontite, una condizione cronica che coinvolge non solo le gengive, ma anche l’osso e il legamento parodontale.

Evoluzione verso la malattia parodontale (tasche, perdita d’osso)

La parodontite è una delle patologie orali più gravi e diffuse. Secondo una ricerca pubblicata su Journal of Clinical Periodontology, colpisce circa il 19% della popolazione globale. Le gengive si distaccano dal dente, formando tasche parodontali dove si accumulano batteri e detriti. Con il tempo, il tessuto osseo si riassorbe e i denti diventano mobili. La perdita ossea è irreversibile se non trattata tempestivamente.

Fattori di rischio e comportamenti che peggiorano la situazione

Molti fattori possono accelerare o aggravare il processo infiammatorio gengivale. Alcuni sono legati allo stile di vita, altri a condizioni sistemiche o fisiologiche.

Igiene orale insufficiente o scorretta

Una scarsa igiene orale è il fattore di rischio principale. L’uso irregolare dello spazzolino o del filo interdentale permette alla placca di maturare e calcificarsi. Anche un’igiene troppo aggressiva, con spazzolamento eccessivo, può lesionare le gengive e aprire la via a infezioni. L’uso di spazzolini elettrici di nuova generazione, con sensori di pressione e testine oscillanti, ha dimostrato di ridurre la placca fino al 21% in più rispetto agli spazzolini manuali (fonte: Cochrane Oral Health Group).

Alimentazione (zuccheri, carboidrati) e abitudini nocive (fumo, malposizione dentale)

Le diete ad alto contenuto di zuccheri raffinati e bevande acide favoriscono la proliferazione batterica. Il fumo riduce l’afflusso di sangue alle gengive e compromette la guarigione dei tessuti. La malposizione dentale crea zone inaccessibili alla pulizia, mentre restauri irregolari o vecchie otturazioni possono trattenere placca e residui. Una masticazione corretta e un’alimentazione equilibrata contribuiscono invece a mantenere il pH orale stabile.

Condizioni sistemiche o individuali (diabete, protesi, età, ormoni)

Chi soffre di diabete, soprattutto se mal controllato, presenta un rischio doppio di sviluppare malattia parodontale. Gli ormoni legati a gravidanza e menopausa rendono i tessuti gengivali più sensibili e reattivi. Le protesi mobili e gli impianti dentali richiedono cure specifiche: la placca può formarsi anche sulle loro superfici, causando mucositi e peri-implantiti.

Segnali e sintomi precoci da non ignorare

Riconoscere i primi segnali di sofferenza gengivale consente di intervenire tempestivamente e prevenire complicazioni più gravi.

Gengive arrossate, gonfie, che sanguinano

Il sanguinamento gengivale, anche lieve, è un campanello d’allarme. Le gengive sane non sanguinano. L’arrossamento, la consistenza spugnosa e la sensibilità al tatto indicano la presenza di infiammazione attiva. Un controllo odontoiatrico può identificare precocemente le aree colpite e stabilire un piano di igiene personalizzato.

Alito cattivo, sensibilità, retrazione gengivale

L’alitosi cronica è spesso correlata alla presenza di placca sottogengivale. I composti solforati volatili prodotti dai batteri anaerobi sono responsabili del cattivo odore. La retrazione gengivale, invece, espone le radici dentali, aumentando la sensibilità e il rischio di carie cervicale. Un sintomo frequente nei fumatori e nei pazienti con parodontite cronica.

Come riconoscere tasche parodontali e mobilità dentale

Le tasche gengivali si diagnosticano tramite una sonda parodontale che misura la profondità dello spazio tra gengiva e dente. Valori superiori a 3 mm indicano un’infiammazione avanzata. La mobilità dentale rappresenta un segno clinico di perdita di supporto osseo. In questi casi è essenziale una valutazione radiografica e un piano terapeutico mirato.

Come prevenire e intervenire efficacemente

La prevenzione resta la strategia più efficace per contrastare gli effetti della placca e proteggere la salute orale a lungo termine.

Igiene domiciliare: spazzolino, filo interdentale, collutorio

La routine quotidiana deve prevedere almeno due spazzolamenti al giorno, l’uso di filo o scovolini interdentali e un collutorio antibatterico quando indicato dal dentista. Le formulazioni a base di clorexidina allo 0,12% o di oli essenziali riducono la carica batterica e limitano la riformazione della placca. È consigliabile cambiare lo spazzolino ogni tre mesi e utilizzare dentifrici con fluoro o zinco per rinforzare lo smalto.

Visite e pulizie professionali: detartrasi, controllo regolare

Le visite periodiche (ogni 6-12 mesi) consentono di rimuovere tartaro e placca resistente, prevenendo recidive. La detartrasi professionale e il root planing (levigatura radicolare) eliminano i depositi sotto gengiva e ripristinano l’adesione dei tessuti. Durante il controllo, il dentista valuta la profondità delle tasche, la stabilità dei denti e lo stato generale della mucosa orale.

Stile di vita e alimentazione a supporto della salute gengivale

Una dieta ricca di vitamina C, omega-3 e antiossidanti naturali favorisce la guarigione dei tessuti. Frutta, verdura e acqua sono alleati preziosi. Evitare fumo e abuso di alcol contribuisce a mantenere una microcircolazione gengivale efficiente. Lo stress cronico, associato a un aumento del cortisolo, è anch’esso un fattore predisponente, poiché riduce la risposta immunitaria.

Quando rivolgersi al dentista: trattamento e terapia

Un intervento tempestivo consente di arrestare la progressione del danno e preservare la funzionalità del parodonto.

Visita specialistica e diagnosi precoce

La valutazione clinica da parte di un odontoiatra o parodontologo include l’ispezione visiva, la misurazione delle tasche e l’analisi radiografica. Una diagnosi precoce permette di adottare trattamenti meno invasivi e di prevenire danni irreversibili.

Trattamenti possibili (currettage, laser, chirurgia parodontale)

Le terapie variano in base alla gravità del caso:

  • Currettage gengivale per rimuovere placca e tartaro sotto gengiva.

  • Laser parodontale per sterilizzare le tasche e stimolare la rigenerazione dei tessuti.

  • Chirurgia parodontale rigenerativa nei casi più avanzati, per recuperare parte del supporto osseo.
    La terapia antibiotica può essere associata nei casi infettivi acuti o recidivanti.

Importanza del follow-up e mantenimento nel tempo

La fase di mantenimento è essenziale per la stabilità dei risultati. Sedute di igiene professionale periodiche, monitoraggi radiografici e supporto motivazionale sono parte integrante della cura.
Un paziente istruito e costante può mantenere le gengive sane anche in presenza di pregressa malattia parodontale.

Considerazioni finali

La risposta alla domanda “quella dentaria è dannosa alle gengive?” è inequivocabile: sì, se trascurata. La placca rappresenta una minaccia silenziosa ma costante per la salute orale. Conoscere i meccanismi che la generano, riconoscere i sintomi precoci e adottare strategie preventive efficaci consente di preservare il sorriso e la salute complessiva. Prendersi cura delle gengive significa prendersi cura del proprio benessere generale: un impegno quotidiano che si traduce in anni di salute dentale stabile.